La misura giusta – the right measure

[english version down below]

La matematca per me è sempre stata un problema; speculazioni algebriche che volevano mettere in relazione numeri e lettere, formando curve ed insiemi dal contenuto (in)discutibile.

La geometria invece no. Mi piace misurare le cose.

Ho continuamente cercato di farlo, anche e soprattutto con oggetti che non possono essere decifrati.

Le relazioni, ad esempio.

Come si può quantificare l’ampiezza di un’amicizia, la grandezza di un amore?

Probabilmente vi state dicendo che sono pazza. Invece proprio no. Non la sono.

Pensate ai divorzi: c’è un corrispettivo monetario legato agli anni di relazione con tutte le variabili del caso.

Pensate al “capitale umano” che è usato dalle compagnie assicurative per calcolare il valore di un essere umano morto. Quanti soldi valevano i suoi polmoni ora collassati, il suo lavoro, la sua allergia alle fragole.

Quindi esiste un modo di calcolare, di misuare il valore delle relazioni e degli esseri umani, solo che è un valore monetario.

Un valore strettamente legato ad una cifra; cioè l’argomento che mi interessa meno nell’universo conosciuto.

Allora penso a Protagora

« L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono in quanto non sono »

(Platone)

e devo considerare di essere io la misura con la quale determinare tutto il resto.

Impensabile, per me. Ho letto Stranalandia e ho trovato disperatamente dolce da parte di Osvaldo crearsi un vocabolario cucito su misura. Lui era la pietra di paragone di ogni cosa su quell’isola.

Quindi si possono misurare le persone, le relazioni, ma non so con che cosa: sono solo certa di non potere essere io perchè non vivo su un isola sperduta, non ancora almeno.

Una delle mie sagge amiche mi ripete che: “per misurare una situazione o una relazione bisogna vedere se ti fa stare bene”

“Ah!” Diranno i miei piccoli lettori.

“Ah!” rispondo io.

Quello che mi fa stare bene oggi dipende da troppi fattori che satellitano intorno alla succitata situazione. Per esempio, quanto segna il barometro? Cosa ho mangiato la sera prima? Il vicino ha detto buongiorno?

Io non riesco a prescindere dal contesto. Non ci riesco mai.

Mi è capitato spesse volte che una situazione drammaticamente disperata fosse salvata da un panino al prosciutto o due farfalle sospese nel vento.

Mi è capitato anche il contrario, però.

Allora, arriviamo al punto o è la solita sega mentale?

So di fare un torto a Pierangelo Bertoli ma temo sia proprio il solito pippone, nato e cresciuto tra le pieghe sapide del mio cervello. Comunque la vorrei davvero una risposta.

Solo che credo non si possa cercare. Solo trovare.

Poppins

Math has always been a problem for me, a speculation that relate numbers and letters, forming curves with  (in)questionable content.
The geometry does not. I always liked to measure things.
I always tried to do it, even with objects that cannot be measured.
Relationships,  for example.
How can you quantify the value of a friendship, the greatness of love?
You are probably thinking that I’m crazy. No, really. I‘m not.


Think about divorces: there is a monetary valutation related to the years of relation with all the variables.
Think of the “human capital” that is used by insurance companies to calculate the value of a dead human being. How much worth his collapsed lungs, his work, his strawberries allergy.
So there is a way to calculate it, you can measure the value of relationships and human being
s,  but only with money.
A value closely related to a number; the topic that interests me less in the known universe.
I think of Protagoras, then

“Man is the measure of all things, of those that are as they are, and those that are not as they are not”

(Plato)


and I have to consider me, as  measure with I determine everything else.
Nonsense. I’ve read Stranalandia and I found desperately sweet by Osvaldo create is own dictionary. He was the touchstone of everything on that island.

One of my wise friends tells me: “to measure a situation or a relationship you have to see if it makes you feel good, happy”

“Ah!” my little readers will say.

“Ah!” I reply.

What makes me feel good today depends on too many things surrounding the aforementioned situation. What the barometer marks? What I ate yesterday night? Did the neighbor say hello? For example.
I cannot ignore the context. I never can.


It happened me often that a desperate situation was dramatically rescued by a good ham sandwich or two butterflies floating in the wind.

It happened the opposite too, however.

Can we get to the point or  is this your usual mental masturbation?

I know I commit a crime to Pierangelo Bertoli song but it’s just my usual mind masturbation, I’m afraid. Born and raised in the folds of my brain.

I would really like to have an answer anyway.


But
I don’t believe we can look for this answer. We can just find it.

One thought on “La misura giusta – the right measure

  1. Argomento interessante.
    Secondo me l’ampiezza di un’amicizia e la grandezza di un amore si misurano in base a quello che si è disposti a fare per l’altro.

    Ti auguro un sereno Natale, insieme a persone che sarebbero disposte a fare qualunque cosa per te e tu per loro. Ti abbraccio.

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