La bise è il mio incubo maggiore. Venendo da una regione del nord Italia, dove anche le donne devono essere virili e vengono cresciute a ortiche e lotte con orsi bruni e viene considerato un atto di estrema confidenza darsi la mano (perché chissà che c’hai fatto con quella mano, prima), l’idea di baciare qualcuno semplicemente per salutare rappresenta un’agonia.
In Francia, però, ci si avvicina pericolosamente alla promisquità sessuale tanto deprecata da intere nord-italiche generazioni dove l’asettico contegno e il distacco emotivo vengono praticate fin dalla più tenera età.
“Hey, tu, infante! Ergiti immediatamente e smettila di frignare!”
“Ma, madre!” risponde con voce rotta il coraggioso 3enne “il mio ginocchio sanguina come un suino al macello”
“Orsù, figlio. Una pacca sulla schiena e passa tutto”
“D’accordo genitrice, ma preferirei una più intima e personale stretta di mano, così da sentire il tuo calore materno infondermi coraggio”.
Questo, a grandi linee, rappresenta lo spirito con il quale sono stata allevata; non stupisce quindi il mio orrore verso la pratica barbara e crudele che qui, in tutta la Francia, obbliga persone semi-sconosciute a baciarsi ogni volta che sia arriva da qualche parte, che si incontra qualcuno per la prima volta, che si deve andare via, che si riceve un regalo.
Raccapriccio. In più, non si tratta di un bacio solo, eh no! Si va da un minimo si due ad un massimo di cinque a seconda di dove risiedete, non solo! Esiste anche una deontologia riguardante la guancia dalla quale cominciare. Il “problema della bise” è talmente endemico da avere portato qualche povero pazzo a creare una mappa nella quale viene indicato (regione per regione) quanti baci dare e come comportarsi.
Ecco il link: http://www.combiendebises.com/
Quindi, se ancora non avete rinunciato alle vacanze in Francia, studiatevi la cartina.
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