L’algoritmo del ritardo

Odio la gente che arriva in ritardo.

Davvero?

La detesto.

Tu sei arrivata in ritardo al nostro primo appuntamento.

Certo.

Cosa vuol dire “certo”? Hai appena detto che detesti le persone che arrivano in ritardo.

Sì, le detesto. Te lo ripeto. Al nostro primo appuntamento sono arrivata in ritardo proprio per questa ragione, dovresti essermi riconoscente.

Non credo di riuscire a seguirti.

Uff. Va beh. Te lo spiego meglio: io, alle quattro di quella domenica ero già pronta, ovviamente. Ho aspettato ancora un po’ prima di partire da casa ed arrivare all’appuntamento; l’ho fatto perché nel caso fossi stato in ritardo tu, io non lo avrei mai saputo. Perché se tu fossi non fossi stato puntuale non saremmo mai più usciti insieme, dopo. Capisci? L’ho fatto per te.

Ouao.

In qualsiasi altro caso eccetto questo, odio i ritardatari. Credo sia una grave mancanza di rispetto verso quelli che aspettano… metti che piova pure!

E tu non arrivi in ritardo? Mai?

Mai. A meno che non si tratti di una buona ragione come quella che ti ho appena detto.

Sei sempre molto flessibile.

Sono flessibile per un sacchissimo di altre cose.

Ricordati di farmi una lista.

Le possenti domeniche

Non hai voglia di leggere un libro?

No.

Non hai voglia di guardare un film?

No.

Una serie tv su netflix?

No.

Cos’hai voglia di fare?

Niente.

Maddai! Dai! Facciamo qualcosa… facciamo qualcosa! E’ impossibile che tu non abbia voglia di fare niente.

Lo credevo anche io, eppure.

Non puoi stare qui, sul divano a perdere tempo.

Potrei dirti la stessa cosa.

Ma dai! E’ domenicaaaaa. Non dobbiamo lavorare. Possiamo fare quello che vogliamo.

Appunto.

Ma uffa! Non è giusto! Io volevo stare con te.

Ma stai stando con me.

Ma volevo dire stare con te facendo qualcosa.

Stiamo parlando.

Sei insopportabile.

E tu non taci mai.

…