Mi è capitato di pensare, sempre più spesso ultimamente, che odio i telefoni cellulari.
Non proprio loro in realtà ma la schiavitù che hanno indotto in tutti noi. Mi spiego meglio: ditemi se non vi è mai capitato di essere fuori con un’amica/collega/fidanzato a chiacchierare allegramente di qualcosa e poi mentre si è lì, in una magica atmosfera di complicità
DRIIIIIIN!
ROLLOVER BEETHOVEN!
PIPIPI! PIPIPI!
SUDDAIRISPONDIALCELLULAREC?E?QUALCUNOCHETICERCAAAAAAAA!
O qualsiasi altra suoneria che hanno concepito le menti deviate dell’informatica moderna.
E, altrettanto magicamente rispetto all’atmosfera la persona davanti a te estrae dalla tasca (o borsa) il cellulare. Se è donna dopo un po’ perchè la ricerca sarà affannosa ed insensata, nonostante la microbag.
Praticamente non sanno ancora chi/che cosa li sta chiamando però quell’incognita li fa scattare sull’attenti e non esiste più niente che non sia il DOVER RISPONDERE.
Terribile se ci penso.
Negli ultimi tre mesi mi sono sforzata di non sottostare al giogo del telefonino e di finire quello che sto facendo per poi richiamare.
Dura, lo devo ammettere, ma la soddisfazione è enorme.
Ma… adesso che ci penso… cellulare non è anche quella cosa con cui ti portano in prigione?
Sarà un caso? Noi di Voyager crediamo di no (cit.).
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