Caccia al tesoro con Umberto Eco

Umberto Eco, recentemente scomparso, scrive al nipote a proposito del valore della memoria; non solo storica ma sociale ed umana.

Chiedersi il perchè delle cose é un buon esercizio per restare vivi, vi invito vividamente a fare altrettanto.

Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene – a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove.

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indizio

È in questo modo che si abusa della debolezza umana e che un uomo intelligente si adegua ai vizi del suo secolo.

Sto riflettendo seriamente su tutte le informazioni che ricevo e che trovo sui mezzi di comunicazione, a mia volta. Informazioni filtrate, manipolate, ribaltate, aggiustate, censurate. I fatti vengono acconciati fino ad assomigliare a vecchie battone col mascara colato. E’ sempre più difficile riconoscere la verità, se mai ce ne é stata una.

Notizie confuse e ipocrisia. Confusione e fraintndimenti. Tutti si ergono a paladini dalla giusta causa senza vedere che non ne esiste una uguale per tutti.

Per fortuna mi trovo in ottima compagnia in quanto a riflessioni di questo genere. Molière, aveva già detto la sua, con almeno trecento anni d’anticipo.

Il n’y a plus de honte maintenant à cela : l’hypocrisie est un vice à la mode, et tous les vices à la mode passent pour vertus. Le personnage d’homme de bien est le meilleur de tous les personnages qu’on puisse jouer aujourd’hui, et la profession d’hypocrite a de merveilleux avantages. C’est un art de qui l’imposture est toujours respectée ; et quoiqu’on la découvre, on n’ose rien dire contre elle. Tous les autres vices des hommes sont exposés à la censure et chacun a la liberté de les attaquer hautement, mais l’hypocrisie est un vice privilégié, qui, de sa main, ferme la bouche à tout le monde, et jouit en repos d’une impunité souveraine. On lie, à force de grimaces, une société étroite avec tous les gens du parti. Qui en choque un, se les jette tous sur les bras ; et ceux que l’on sait même agir de bonne foi là-dessus, et que chacun connaît pour être véritablement touchés, ceux là, dis-je, sont toujours les dupes des autres ; ils donnent hautement dans le panneau des grimaciers, et appuient aveuglément les singes de leurs actions. Combien crois-tu que j’en connaisse qui, par ce stratagème, ont rhabillé adroitement les désordres de leur jeunesse, qui se sont fait un bouclier du manteau de la religion, et, sous cet habit respecté, ont la permission d’être les plus méchants hommes du monde ? On a beau savoir leurs intrigues et les connaître pour ce qu’ils sont, ils ne laissent pas pour cela d’être en crédit parmi les gens ; et quelque baissement de tête, un soupir mortifié, et deux roulements d’yeux rajustent dans le monde tout ce qu’ils peuvent faire. C’est sous cet abri favorable que je veux me sauver, et mettre en sûreté mes affaires. Je ne quitterai point mes douces habitudes ; mais j’aurai soin de me cacher et me divertirai à petit bruit. Que si je viens à être découvert, je verrai, sans me remuer, prendre mes intérêts à toute la cabale, et je serai défendu par elle envers et contre tous. Enfin c’est là le vrai moyen de faire impunément tout ce que je voudrai. Je m’érigerai en censeur des actions d’autrui, jugerai mal de tout le monde, et n’aurai bonne opinion que de moi. Dès qu’une fois on m’aura choqué tant soit peu, je ne pardonnerai jamais et garderai tout doucement une haine irréconciliable. Je ferai le vengeur des intérêts du Ciel, et, sous ce prétexte commode, je pousserai mes ennemis, je les accuserai d’impiété, et saurai déchaîner contre eux des zélés indiscrets, qui, sans connaissance de cause, crieront en public contre eux, qui les accableront d’injures, et les damneront hautement de leur autorité privée. C’est ainsi qu’il faut profiter des faiblesses des hommes, et qu’un sage esprit s’accommode aux vices de son siècle.

Extrait de la scène 2 de l’acte V de Dom Juan,  Molière 1665

[Ora non c’è più bisogno di vergognarsi: l’ipocrisia è un vizio di moda, e tutti i vizi di moda passano per virtù. Il personaggio dell’uomo onesto, oggigiorno, si presta più di qualsiasi altro ad essere imitato, e quella degli ipocriti è la migliore delle confraternite. È un’arte in cui l’impostura viene sempre rispettata; ed anche quando viene scoperta non si osa dire nulla contro di essa. Tutti gli altri vizi umani sono esposti al biasimo, e chiunque è libero di attaccarli apertamente; ma l’ipocrisia è un vizio privilegiato, che, di sua mano, chiude la bocca a tutti, e gode tranquillamente di una sovrana impunità. A forza di infingimenti, si stabilisce fra le persone della stessa risma un legame strettissimo. Basta allora toccarne una sola per averle tutte contro; ed anche quelli che sono conosciuti per la loro buona fede e che tutti tengono in conto di veri devoti, costoro, dico, sono lo zimbello degli altri; cadono con innocenza nella pania degli impostori e diventano ciechi difensori proprio di quei tali che delle loro azioni sono le scimmie. Quante persone pensi tu ch’io conosca, che con questo stratagemma hanno abilmente cancellato tutti i vizi di gioventù, che si fanno usbergo del mantello della religione e sotto questo abito rispettabile si sentono autorizzati a commettere le peggiori nefandezze? Puoi sapere i loro intrighi e conoscerli per quel che sono, non per questo perdono credito di fronte alla società; e qualche compunto chinar di capo, un sospiro mortificato, un po’ di sguardi rivolti al cielo rimediano a tutto ciò che possono aver fatto. Sotto questo riparo compiacente io voglio rifugiarmi e mettere al sicuro i miei interessi. Non abbandonerò le mie care abitudini; ma avrò cura di nascondermi e di non divertirmi alla luce del sole. E se venissi scoperto, vedrò, senza muovere un passo, tutta la congrega schierarsi a mio favore e difendermi contro tutto e tutti. Insomma, questo è l’unico modo per poter fare impunemente quel che mi pare e piace. Mi erigerò a censore delle azioni altrui, dirò male di tutti e avrò una buona opinione soltanto di me stesso. Non perdonerò a nessuno che dovesse appena sfiorarmi, e nutrirò nei suoi confronti un odio irriducibile. Mi farò vendicatore delle ragioni del Cielo e con questo comodo pretesto metterò in fuga i miei nemici, li accuserò di empietà e saprò scatenare contro di essi i devoti troppo zelanti, che senza alcuna conoscenza di causa grideranno allo scandalo, li copriranno di ingiurie e li condanneranno solennemente in virtù della loro autorità del tutto particolare. È in questo modo che si abusa della debolezza umana e che un uomo intelligente si adegua ai vizi del suo secolo.]

Il fatto che a pronunciare questo discorso sia un opportunista, come lo é Don Giovanni, non fa che renderlo più reale del reale: lui sa esattamente di cosa sta parlando e che il mondo va in questo verso.

Siamo noi che, stupidamente, ci rifiutiamo di vederlo.

Don giovanni

L’anno del Cavallo

Come ogni anno, il mio Blog raccoglie un post su cosa e quanto mi ha portato qui, oggi.

Se mi guardo nello specchio, con il tempo che é passato, sono solo un po’ più ricco, più cattivo ed invecchiato.

No, non sono d’accordo con Masini. Se mi guardo nello specchio, dopo questo strano anno mi trovo molto invecchiata, ricca esattamente come prima, ma molto molto molto più sorpresa.

Una cara amica mi ha detto che, secondo il calendario Cinese, questo 2014 corrispondeva all’anno del Cavallo. Un anno nel quale tutto cambia in continuazione, non si hanno certezze, tutto quello che si ha e che si sa viene messo in discussione. Credo che non ci sia nulla di più vero. Un anno pazzo, che sta per terminare.

Dato che, pero’, non ho voglia di scrivere un post nel quale mi dilungo e faccio prolificare le mie (già troppe) perturbazioni mentali, ho deciso di compilare una classifica. La mia classifica di eventi e persone per il 2014.

Ladies and Gentleman, Le(lly) categorie ed i rispettivi vincitori per l’anno 2014 sono:

1- per la categoria RIVELAZIONE e SORPRESE: vince inaspettatamente e (aggiungerei), contro ogni aspettativa…

il genere umano!

Per la sua tenacia nel sopravvivere alle avversità, per il suo attaccamento alla vita, per la sua travolgente passione, per il trovare sempre e comunque una via d’uscita anche quando tutto sembra perduto.

2- PAROLA dell’anno: la parola che questo anno ha definito tutte le situazioni nelle quali mi sono trovata é…

strano!

Con tutti i sinonimi, le variazioni e le traduzioni del caso. L’ho detta talmente tante volte che credo di averla consumata.

3- momento MIGLIORE 2014:

quando sono stata assunta per i miei meriti e le mie capacità, qui. A Bourges.

4- momento PEGGIORE del 2014:

Vivere col terrore che il Dottr Bogart non mi riconoscerà, una volta tornata a casa.

5- una cosa LASCIATA nel 2014:con piacere posso dire che ho lasciato…

una situazione lavorativa orrenda e debilitante

6- una cosa TROVATA nel 2014: strano (ma va?!) perché non l’avevo cercata.

Il perdono verso me stessa: per quello che ero e che sono adesso.

7- Il PERSONAGGIO 2014: Non so bene ancora dove voglia andare a parare ma é innegabilmente interessante…

Putin

8- Il mio LIBRO del 2014: Un manuale, più che un romanzo di narrativa. Un tesoro prezioso.

“On Writing” di Stephen King

9- La mia CANZONE dell’anno:Dopo averla ascoltata la prima volta (grazie ad una parodia del video di Sia sul Saturday Night Live) non é più potuta uscire dalla mia testa. Un tarlo. Una goccia cinese!

“Chandelier” di Sia

10- Il mio FILM del 2014: Questa si che è una categoria tosta! Difficile, difficile, difficile!!! Credo comunque che il vincitore sia:

“La mafia uccide solo d’estate” di Pierfrancesco Diliberto

E voi?! Classifiche ne avete fatte?!