Conosco un tipo…

Conosco un tipo che è sempre incazzato con tutti.

Conosco un tipo che è sempre incazzato per tutto.

Conosco un tipo che dice di avere sempre la gastrite  perchè è sempre incazzato con tutto e con tutti.

Conosco un tipo che, se fosse donna, lo chiamerebbero “checca isterica”.

Conosco un tipo che dice che gli altri lo trattano tutti male, che nessuno lo capisce.

Conosco un tipo che non ha nessun VERO amico.

Conosco un tipo che vuole avere sempre SEMPRE sempre ragione su tutto e che, se ti fa una domanda, è solo per sentirsi dare ragione.

Non so come faccia a sopravvivere, sinceramente non me ne faccio una ragione. Eh sì che non sarebbe nemmeno una cattiva persona se si fermasse a parlare serenamente col prossimo. Io non potrei mai vivere così.

Credo che, se pensassi che tutti mi trattassero male, penserei di essere IO quella sbagliata.

Ho pensato molte volte a come farglielo capire ma go scoperto che non vuole essere aiutato. Mi sono dispiaciuta per lui. Ho tentato molte volte a dargli un punto di vista diverso, a spiegare che il mondo è bello perchè è vario e non avariato.

Conosco un tipo che sa solo essere incazzato.

Amici amici, amici un caz*o.

Pochi giorni fa si discuteva dell’ ipotesi di lavorare con un amico o il partner. Sono sempre stata dell’idea che fosse possibile coniugare le due cose: se si è consapevoli che il lavoro è solo lavoro e la vita privata è una cosa a parte, per me era possibile anche l’ipotesi di essere anche colleghi.  Le persone che avevano intrapreso la discussione con me, invece, erano dell’idea che fosse impossibile avere successo nel lavoro se si condivide anche la vita privata. Io continuavo a riptere che no, non è vero, tra persone responsabili ed intelligenti si può,  e così via,  fino a che abbiamo concluso la discussione ed ognuno è rimasto della sua idea.

A me piace confrontarmi, soprattutto con chi ha una visione diversa dalla mia.

Comunque, fino a oggi la pensavo così.

Poi, è successo che nel posto dove ho lavorato fino a poco tempo fa, i miei “amici e colleghi”, che erano diventati tali dopo tre (tre!) anni, hanno ben pensato di mandare all’aria un progetto a cui tenevo molto e che, non più di un mese prima, era stata approvata dall’assemblea.

Dire che ci sono rimasta male è un eufemismo. Ero molto delusa ed irritata. Stizzita. Ho telefonato per avere spiegazioni e mi è stato risposto che “la nuova assemblea” aveva giudicato inopportuna/inadeguata la mia proposta. La nuova assemblea, tra parentesi, è formata da alcuni “vecchi amici” e da un paio di persone nuove.

Ovviamente “la nuova assemblea” non ha tenuto in minima considerazione la mia professionalità.

Tenevo moltissimo alla realizzazione del progetto ed avevo preso contatto con tutte le parti in causa, avevo mandato mail, era andata a parlare con Dirigenti. Ci avevo messa la mia faccia ed il mio cuore, insomma. Mi ero sbattuta un sacco come si dice tra noi ggiovani.

Tengo a precisare che la decisione è stata presa il lunedì per il giovedì della stessa settimana.

LOL.

Quanta professionalità, ragazzi! Complimenti per il tempismo!*

Dato che si trattava solo di lavoro, però, ho provato a farmela passare. Devo ammettere che è più difficile di quanto mi aspettassi, anche perchè continuo ad essere incazzata e ho voglia di mandare una bella mail a tutti loro per fargli capire come ci sono rimasta.

Il fatto è che avevano ragione gli altri, non si può scindere il lavoro dalla vita privata se le persone coinvolte sono sempre le stesse.

Mi rendo conto solo adesso che la mia visione era totalmente utopistica e che nulla di quello che sostenevo è attuabile, anche perchè richiederebbe una forza di volontà superomistica.

Resta il fatto che sono ancora incavolata come un puma e ho deciso che NON manderò quella mai, dopotutto se non gli è interessato prima, perchè una letterina dovrebbe cambiare le cose? Servirebbe solo a me come sfogo… ma per questo c’è già il blog.

Auguro con tutto il cuore alla “nuova equipe” di trovare solamente gente come loro nei futuri lavori che intraprenderanno.

E per concluderla come il violinista prima che il  Titanic affondasse:

“Signori, è stato un piacere suonare con voi.”

kkkkkkkkk

kkkkkkkkkkkkkk

* Questo tipo di professionalità, devo ammetterlo, è tutta italiana.

Confuso e… stranito

Tra poco ci sposiamo. Bellissimo. I preparativi fervono e noi ormai  non abbiamo tempo nemmeno per capire cosa stiamo cercando di organizzare. Oggi giornata di fuoco tra telefonate a fiorai, negozi di bomboniere, ristorante… una follia collettiva che ci investe come se avessimo ingerito chili di segale cornuta! Isteria generalizzata a palate. Naturalmente si presenta il problema dei tavoli del ristorante. Tizio va con Caio ed evitiamo di metterci pure Sempronio che è meglio stiano lontani. E per sapere chi c’è veramente (dato che nessuno ti dà uno straccio di risposta in tempi utili) devi telefonare a tutti.

Tra quelli che chiami c’è anche naturalmente la persona a cui avevi giurato di consegnare a mano la partecipazione e poi per contingenze varie non riesci a fare, ma naturalmente avevi detto a voce che era stata invitata.

..squillo… squillo…squillo…

– “Pronto”

-“Ciao! Sono Andre! Stavamo stilando la lista definitiva per organizzare i tavoli e volevo avere la conferma definitiva”

-“Ah… il fatto è che… non ti fai mai sentire… io mi aspettavo la partecipazione… non  ho saputo nulla… sai per organizzarsi… e poi,si, insomma, non abbiamo saputo nulla…”

-“Ok! Hai ragione mi dispiace tantissimo! Davvero! Comunque te lo avevo detto, si, insomma, più volte…l’ultima non molto tempo fa!”

-“Si..ma vedi… io non so… adesso, sinceramente io non me la sento… perchè mi sembra quasi che… insomma non lo so…”

-“Ok, ripeto, mi dispiace davvero tanto! Giuro! Dato che non riusciamo a vederci di persona te la spedisco se proprio serve la partecipazione! Dammi l’indirizzo.”

-“Ma sai… comunque sarà in ritardo… e poi il regalo…”

-“Ma sai cosa me ne frega del regalo?!? Voglio che tu ci sia! Dimmi l’indirizzo! Poi decidi tu naturalmente se ne vale la pena partecipare!”

-“…vabbè… Via Tal dei tali numero tot…”

-“Ok te la spedisco… poi decidi tu! Ciao.”

-“Ciao”

Sapete qual è la cosa che mi fa più male? E’ che io mi sono davvero ripromesso più volte di consegnare la partecipazione. Sul serio ci tengo che alcune persone (molto più di alcuni parenti) ci siano a condividere quel giorno. Ma è proprio vero. Nella vita ti puoi sbattere quanto vuoi, spaccare le ossa, prodigarti fino al limite della sopportazione per gli altri, ma sappi che comunque qualcuno resterà scontento… e in ogni caso tu ci rimarrai male il doppio.

Andre