C’è qualcuno tra voi eretici che non conosce Jessica Beatrice Fletcher nata Mac Gee?
Spero ben di no perché non mi va di scrivere lo spiegone. Se per caso sentite l’esigenza di approfondire o peggio! siete nati dopo l’anno 2000, potete cliccare qui ma sappiate che facendolo sentirete risuonare la mia voce garrula e solerte esclamare shame on you!
Detto questo, passiamo alle cose importanti. In uno degli episodi ambientati a Cabot Cove (nel Maine) una donna “vittima di incidente domestico in vasca da bagno” – che i più avveduti tra voi classificheranno già come vittima di omicidio di primo grado- aveva denunciato il suo assassino tramite una lettera che aveva fatto spedire da una fidata vicina qualche giorno prima di morire.
Ingegnoso e quanto mai inutile tentativo di prevenzione.
L’assassino sapendo della missiva e volendo mascherare le sue malefatte ha la brillante idea di scriverne un centinaio a mano, a macchina, su carta profumata, su carta bianca, su pergamena e di inviarle a tutti i cittadini rivelando i peccatucci di amici e parenti prossimi sperando, in questo modo, che quella che lo incolpa venga inghiottita e dimenticata nel mare di lettere anonime che lui stesso ha inviato. Perché se è vero che sa di essere stato denunciato tramite posta, non conosce l’effettiva forma del messaggio e questo lo porta a contraffarne di ogni foggia e colore.
Ovviamente Jessica riuscirà a smascherare il cattivone scoprendo che una ed una sola tra queste missive era stata spedita da un villaggio vicino e non da Cabot Cove (nel Maine). Jessica è sempre molto confortante.
Ma perché raccontarvi tutto questo? Ebbene: perché per arrivare al punto ho sempre bisogno di una introduzione per creare l’ambiance e farvi capire di cosa sto parlando senza risultare troppo didascalica. E poi perché mi andava.
L’argomento di oggi sono (rullo di tamburi) le informazioni, le fotografie, i messaggi da cui ogni giorno veniamo bersagliati. Come nel caso della lettera della Signora Fletcher, ci sono alcune immagini originali, scritti di indubitabile valore artistico che, purtroppo, vengono soffocate ogni istante dal mediocre lavorio dei cosiddetti “amatori”.
Potreste essere tentati di affermare che questo blog sia complice dello stillicidio artistico or ora denunciato. Vi rispondo che non sono mai andata a cercare nessuno, voi passate, leggete, a volte lasciate commenti o valutazioni, mi scrivete mail.
In ogni caso, controllando le statistiche pare siate in abbastanza e questo mi fa piacere, ovviamente. Se volessi mettermi al livello degli altri pagherei la pubblicità (cosa che mi sono sempre rifiutata stentoreamente di fare) e che va contro tutti i miei principi. Sarebbe come se avessi pagato per essere pubblicata. So sad.
Ma torniamo alla vecchia Jess ed alla parabola che oggi applichiamo qui; ci sono ottime cose che vengono soffocate ogni giorno da miriadi di mediocri imitazioni, vorrei che tenessimo presente che l’eccellenza esiste ancora, e per favore, non stancatevi mai di cercarla. E’ sempre più difficile emergere o rintracciare il buono in tutto quello che vediamo e ascoltiamo ma la ricerca della migliore forma espressiva è importante quanto il trovarla, alla fine.
Dixit.